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Fuori Orario

STILE E OMAGGI

 

Lo stile è un concetto di amplia applicazione, utilizzato nel campo delle arti e delle lettere, oltre che nella moda, nell'architettura, nel disegno industriale e nei fenomeni sociali. L'insieme dei tratti formali che individuano uno stile non sono fissi, ma tendono a modificarsi sia storicamente, sia geograficamente, mescolandosi e aprendo prospettive diverse all'analisi dello stile stesso. L'attenzione allo stile però è tratto comune, avendo a che fare con nozioni variabili ma che vanno comunque individuate. In questo senso si parla di stile letterario, cinematografico, musicale, stile sportivo di un atleta, stile di un'acconciatura ecc. (come bagaglio di istruzioni tecniche, scelta degli argomenti del discorso, intonazione, gestualità, modo di produzione e altro).

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

 

Il mio stile in questo documentario, oltre alle classiche interviste dovute in quanto lo scopo del documentario è quello di ripercorrere la storia e la genesi del festival, vuole essere un po' "Fuori Orario", un po' Monte Hellman, un po' Jean-Luc Godard.

Accostamenti a prima vista senza senso o senza legami ma con un filo conduttore profondo (in)visibile.

 

Fuori Orario per l'accostamento delle immagini con denominatori comuni sullo sfondo, nella matrice, nelle origini dell'imagine stessa.

Da Monte Hellman, soprattutto dal suo "Road to nowhere", quell'idea di film nel film, realtà nel film e film nella realtà.

Da Jean-Luc Godard e il suo "Scenario du film Passion" (proiettato a Salsomaggiore insieme al film Passion e Troisieme etat du film Passion) per l'autore e il film nel film.

Dal Festival stesso, festival Frankenstein, promotore di accostamenti originali e mai proposti prima, il vecchio e il nuovo, il passato e il futuro, laboratorio e non solo vetrina o passerella.

 

Omaggi, riferimenti, citazioni. Scene girate per ricordare i grandi (ospiti) del festival e grandi maestri del cinema: Fuller, Antonioni, Godard, Truffaut.

 

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